Memecoin: come stanno andando?
Il mercato delle memecoin, in questo 2025, dopo un vero e proprio boom iniziale è passato attraverso un periodo di “scarico”. Ormai sono mesi infatti che non si vedono più prezzi come quelli di inizio anno,...

Il mercato delle memecoin, in questo 2025, dopo un vero e proprio boom iniziale è passato attraverso un periodo di “scarico”.
Ormai sono mesi infatti che non si vedono più prezzi come quelli di inizio anno, ma si tratta di un ciclo abbastanza classico.
Cosa sono i meme
Le cosiddette “meme coin” sono delle criptovalute dedicate a dei meme.
I meme sono per definizione idee, comportamenti, stili o informazioni che si diffondono rapidamente, ad esempio su Internet.
In realtà il concetto originale fu coniato addirittura nel lontano 1976 dal biologo Richard Dawkins, nel suo libro “Il gene egoista”, ed era basato sull’idea che, proprio come i geni si trasmettono e si evolvono, anche le idee si replicano e si diffondono.
Con l’arrivo di Internet, con la parola “meme” hanno iniziato ad essere indicate soprattutto immagini, o video, che portano un messaggio umoristico, sarcastico o ironico, e che diventano virali soprattutto sui social media, o nelle chat.
Dato che sono fenomeni virali, sono molto facili da riconoscere, ma solo dopo che si sono presentati.
Cosa sono le memecoin
Le memecoin sono criptovalute dedicate specificatamente ad uno di questi meme. Ovvero ogni memecoin è dedicata ad uno specifico meme.
Solitamente sono token che vengono creati facilmente e velocemente su blockchain già esistenti, e solo molto raramente sono vere e proprie criptovalute native con una loro blockchain.
La prima memecoin ad esempio fu Dogecoin (DOGE), nata nel 2013 con una propria blockchain, copiata da quella di Bitcoin.
In realtà nacque solo per scherzo, per deridere la facilità con cui poteva essere creata dal nulla una nuova criptovaluta, tanto che per anni non ebbe alcun ruolo all’interno del settore crypto, se non come caso di studio molto particolare.
Il meme a cui fa riferimento è quello celebre del cane Shiba Inu da cui ha derivato il suo logo. Lo stesso nome Dogecoin fa proprio riferimento al cane, che in inglese si dice “dog”.
Due anni dopo però, con il lancio di Ethereum, fu finalmente possibile creare in modo arbitrario un numero indefinito di token, e questo diede il via alla proliferazione delle memecoin.
Le memecoin non hanno alcun ruolo specifico, ed alcuna utilità, se non quella di essere scambiate all’interno della loro community.
Tutto però è cambiato nel 2021 quando Elon Musk ha iniziato a promuovere Dogecoin, probabilmente per scherzo, ottenendo un risultato clamoroso. Quello stesso anno ad esempio fece un boom spaventoso la memecoin Shiba Inu (SHIB), ovvero una specie di versione su Ethereum di Dogecoin.
Il boom delle memecoin
Quel boom però fu confinato a poche memecoin, perché all’epoca non avevano ancora proliferato a dismisura.
La svolta ci fu nel 2023, quando l’ecosistema Solana si aprì alle memecoin.
Su Solana infatti era molto più economico creare un token, rispetto ad Ethereum, e le commissioni sulle transazioni sono bassissime. Per token che non hanno alcun vero valore d’uso queste caratteristiche si sono rivelate vincenti.
Addirittura l’anno successivo è stata lanciata un’apposita piattaforma, chiamata Pump.fun, per la creazione e la promozione di memecoin.
A quel punto è iniziato uno strepitoso boom di memecoin, perchè ne sono state create a milioni, anche se la stragrande maggioranza è risultata essere priva di alcun valore.
Il picco massimo c’è stato dopo la vittoria elettorale di Trump di novembre 2024, e soprattutto a gennaio 2025 con il lancio ufficiale della sua memecoin su Solana. Quel boom però ha avuto vita breve, ed a partire da febbraio il mercato delle memecoin ha subito una fortissima flessione.
In genere comunque il mercato delle memecoin fa così, ovvero alterna periodi di boom a periodi di scarico, seguiti magari, prima o poi, da nuovi periodi di boom. Va però ricordato che in genere sul mercato performano meglio le memecoin nuove, rispetto a quelle nate e sbocciate durante i cicli passati.
Il mercato delle memecoin
Attualmente la capitalizzazione di mercato complessiva di tutte le memecoin esistenti è di circa 76 miliardi di dollari, di cui però ben 39 appartengono a Dogecoin.
Si tratta pertanto di un mercato in realtà piccolo, se confrontato con gli oltre 4.000 miliardi di dollari di capitalizzazione dell’intero mercato crypto, di cui però quasi 2.300 appartengono alla sola Bitcoin.
Ad esempio il mercato delle altcoin, escluse le stablecoin ed Ethereum, oltre a Bitcoin, capitalizza più di 1.100 miliardi di dollari, pertanto i 76 miliardi complessivi delle memecoin sono davvero poca roba a confronto. Se poi si esclude Dogecoin, le altre memecoin nel complesso valgono meno di 37 miliardi di dollari.
Dopo Dogecoin, che domina incontrastata il mercato delle memecoin, c’è Shiba Inu, con quasi 8 miliardi di dollari.
Al terzo posto c’è PEPE, con 4,4 miliardi. Probabilmente il meme di PEPE (la rana antropomorfa verde con un corpo vagamente umanoide) è il più famoso tra quelli rappresentati dalla memecoin.
Ci sono ancora altre cinque memecoin che capitalizzano più di un miliardo di dollari ciascuna, mentre quelle che capitalizzano più di cento milioni sono meno di 50.
In totale si contano quasi 5.000 memecoin scambiate sui mercati al giorno d’oggi.
Il valore delle memecoin
Il valore di mercato delle memecoin (ovvero il loro prezzo) varia in continuazione a seconda della normale interazione tra domanda ed offerta di mercato, esattamente come per le altre criptovalute.
Tuttavia in genere le memecoin non hanno alcun altro valore, se non in casi rari.
In particolare quasi nessuna delle 5.000 scambiate sui mercati ha un vero valore d’uso, tanto che vanno considerate al 100% degli asset puramente speculativi.
In teoria non è possibile escludere del tutto che qualcuna in futuro possa avere un valore d’uso, ma per ora sono solamente casi estremamente limitati. Ad esempio il tentativo di trasformare il token di Shiba Inu nella criptovaluta nativa di un vero e proprio progetto crypto sembra in buona parte fallito, anche se dal punto di vista tecnico è stato realizzato.
La stessa Dogecoin, che ha una sua blockchain fin dall’inizio, non è mai stata realmente utilizzata per qualcosa di specifico, nonostante ad esempio Elon Musk abbia provato a proporla come mezzo di pagamento per le Tesla.
I mercati crypto però sono altamente speculativi, quindi le memecoin si sono ritagliate un piccolo ruolo all’interno di questo mercato proprio grazie alla loro natura speculativa.
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