Software verticale AI: perché il futuro dell’AI è nelle applicazioni

Nel settore dell’intelligenza artificiale, gran parte dell’attenzione si concentra oggi su modelli linguistici, chip e infrastrutture. Tuttavia, una tesi d’investimento sempre più valida sta emergendo con forza: il vero valore dell’AI si trova nelle applicazioni, in particolare nel software verticale AI.

Durante l’evento AI Week, il fondo internazionale Langoustia Capital ha spiegato come il mercato si stia spostando dall’infrastruttura ai prodotti: non conta solo la potenza dell’AI, ma dove e come viene applicata.

Dall’hardware al software: una lezione che viene dagli anni ‘90

Negli anni ‘80 e ‘90, il boom tecnologico era dominato da aziende hardware come HP, IBM e Cisco, che producevano i server, i mainframe e le reti per la nascente era digitale. Tuttavia, col tempo, quelle infrastrutture sono diventate sostituibili, i margini si sono ridotti e il vantaggio competitivo si è assottigliato.

I veri vincitori? Le piattaforme software:

• Google, che ha rivoluzionato la ricerca e la monetizzazione dell’informazione;
  
• Microsoft, che ha creato un ecosistema operativo scalabile;
  
• Amazon, che ha innovato e-commerce e cloud computing.
  

Il pattern si ripete oggi con l’AI. Oggi l’hype è su Nvidia, OpenAI e Anthropic, ma come l’hardware di ieri, anche questi elementi sono destinati a diventare commodity.

Cos’è il software verticale AI

Il software verticale AI è un’applicazione di intelligenza artificiale progettata per risolvere problemi specifici in un settore ben definito. A differenza delle soluzioni generaliste, questi software nascono per essere integrati nei flussi di lavoro quotidiani di professionisti, aziende e industrie.

Esempi di AI verticali già sul mercato:

• Harvey, per la consulenza legale automatizzata;
  
• TaxGPT, copilota AI per fiscalisti e commercialisti;
  
• Toast, software per la ristorazione che integra POS e gestione operativa;
  
• ServiceTitan, piattaforma gestionale per artigiani e tecnici;
  
• Cybergrant, startup fondata da italiani per la cybersecurity.
  

Queste soluzioni combinano competenza settoriale e automazione intelligente, offrendo efficienza, risparmio e scalabilità.

Perché il software verticale AI è la nuova frontiera dell’innovazione

Langoustia Capital sostiene che i prossimi giganti dell’AI non saranno solo quelli che costruiscono modelli, ma quelli che sapranno applicare l’AI in modo mirato e scalabile.
Alcuni motivi per cui questa tesi sta guadagnando forza:

• Le applicazioni sono difendibili: servono conoscenze di dominio e relazioni con clienti reali.
  
• Le soluzioni verticali scalano bene, grazie alla standardizzazione dei flussi.
  
• Il ritorno sugli investimenti è altissimo: Toast ha generato un ritorno di 160x per i primi investitori.
  

Con queste premesse, software verticale + AI diventa la combinazione più promettente per fondi, startup e aziende in cerca di crescita reale.

Langoustia Capital: investire nell’AI applicata

Langoustia Capital è un fondo specializzato nell’application layer dell’intelligenza artificiale, ovvero nello sviluppo e nel supporto di soluzioni software potenziate da AI.
Con sede a San Francisco, Miami, New York e Milano, il fondo è sostenuto dalla famiglia Del Vecchio (Luxottica) e punta a connettere le migliori startup europee e statunitensi.

In un solo anno ha:

• investito in 11 startup AI verticali;
  
• ottenuto un IRR superiore al +150%;
  
• costruito una rete globale di venture partner e co-investitori.
  

Obiettivo: scoprire e far crescere le nuove “Meta” e “Amazon” del mondo AI, non nell’infrastruttura, ma nelle applicazioni intelligenti che trasformano settori reali.

Conclusione: dall’AI generalista al software specializzato

Il mercato dell’AI è affollato, ma chi saprà costruire prodotti verticali concreti, integrabili e misurabili emergerà come vero vincitore.
Langoustia Capital sta puntando proprio lì: sull’intelligenza artificiale che risolve problemi specifici, crea valore reale e offre ritorni sostenibili.

Il futuro non è nei laboratori, ma nel mondo reale. E passa attraverso il software.