Scambi diretti di CBDC e stablecoin grazie a Chainlink
Ieri sul profilo X ufficiale di Chainlink è stato annunciato un test avvenuto con successo grazie al quale sono stati effettuati scambi sicuri della nuova CBDC di Hong Kong con una stablecoin in dollari...

Ieri sul profilo X ufficiale di Chainlink è stato annunciato un test avvenuto con successo grazie al quale sono stati effettuati scambi sicuri della nuova CBDC di Hong Kong con una stablecoin in dollari australiani.
Il test era parte di un caso d’uso in corso all’interno della Fase 2 del programma pilota e-HKD+.
Chainlink ha messo a disposizione la sua piattaforma tecnica, ma al test hanno preso parte anche Visa, ANZ, China AMC e Fidelity International.
Il test
Il test è stato descritto da Visa all’interno di un lungo report pubblico, ed è avvenuto all’interno del programma pilota e-HKD, la nuova CBDC di Hong Kong.
Durante la prima fase di questo programma alcune aziende pioniere, tra cui per l’appunto Visa, hanno esplorato i casi d’uso dell’e-HKD.
In particolare l’HKMA ha individuato tre aree chiave in cui l’e-HKD potrebbe apportare valore aggiunto, ovvero programmabilità, tokenizzazione e regolamento simultaneo delle transazioni quasi in tempo reale.
A settembre dell’anno scorso il progetto è stato rinominato e-HKD+, perchè è stata lanciata la Fase 2 del programma pilota che ha aperto anche ad asset tokenizzati.
Oltre a Visa, partecipano al progetto anche Australia and New Zealand Banking Group (ANZ), Fidelity International (FIL) e ChinaAMC Hong Kong (China AMC).
Il caso d’uso testato aveva come obiettivo quello di esplorare le transazioni transfrontaliere tra nuove forme di moneta digitale ed un fondo comune monetario tokenizzato (MMF). I partecipanti al progetto pilota testeranno come gli investitori con sede in Australia possano acquistare quote di fondi tokenizzati da gestori patrimoniali di Hong Kong utilizzando e-HKD o depositi tokenizzati.
Stablecoin: la CBDC di Hong Kong
e-HKD è la nuova CBDC di Hong Kong.
Hong Kong è parte della Cina a tutti gli effetti, ma è anche un territorio autonomo con una sua moneta, il dollaro di Hong Kong (HKD).
Nell’ottobre del 2023 la Hong Kong Monetary Authority (HKMA) ha lanciato un progetto pilota per esplorare le potenzialità di una versione nativamente digitale della sua moneta.
Da allora sono stati condotti molti test su questa versione nativamente digitale di HKD, chiamata per l’appunto e-HKD, ma non è ancora stata lanciata sui mercati. Si tratta pertanto ancora solamente di un prototipo in fase di test.
e-HKD sarà quindi a tutti gli effetti una CBDC (Central Bank Digital Currency), ovvero una moneta nativamente digitale emessa da una banca centrale. La stessa HKMA è anche la banca centrale del territorio autonomo cinese di Hong Kong.
La CBDC della Cina
La Cina a sua volta ha già una sua CBDC, chiamata yuan digitale.
È stata lanciata diversi anni fa, ma non ha avuto grande successo.
Tuttavia se ai cittadini piace poco utilizzare queste monete nativamente digitali delle banche centrali, assolutamente non anonime, e completamente controllate dalle banche centrali stesse, il discorso ovviamente cambia molto quando si parla di istituzioni.
Infatti per chi muove ingenti quantità di denaro a livello istituzionale è invece molto comodo poter contare su un’infrastruttura solida, sicura, e soprattutto certa.
Non è un caso che anche il test che è stato condotto ad Hong Kong grazie a Chainlink abbia coinvolto un fondo comune monetario tokenizzato, e gestori patrimoniali.
Le CDBC molto probabilmente continueranno a non piacere molto ai privati cittadini, ma potrebbero invece ottenere un grande successo all’interno della finanza istituzionale.
Le stablecoin, oltre CBDC
Le stablecoin sono invece una cosa differente.
Innanzitutto sono pseudo-anonime, anche se tutte le transazioni sono pubbliche.
Inoltre non sono gestite da una banca centrale, ma da un protocollo informatico. Nel caso di reti come Ethereum, è di fatto inviolabile e soprattutto non modificabile, oltre che non censurabile.
La stablecoin utilizzata per il test con la CBDC di Hong Kong è A$DC, token collateralizzato in dollari australiani proprio sulla blockchain di Ethereum.
Grazie al Protocollo di Interoperabilità Cross-Chain di Chainlink (CCIP) è stata collegata la blockchain privata di ANZ (DASchain) ad una testnet pubblica di Ethereum (Sepolia) per eseguire il test dello scambio.
In questo modo è stato possibile effettuare un regolamento “atomico” (ovvero simultaneo) della stablecoin
in e-HKD, senza l’utilizzo di intermediari, ed al tempo stesso riducendo il rischio delle controparti assicurando che entrambe le parti della transazione fossero finalizzate quasi istantaneamente.
Per quanto riguarda l’e-HKD è stato utilizzato il classico standard ERC-20 di Ethereum.
Il ruolo di Chainlink
Nel test non è stato coinvolto il token di Chainlink, LINK.
È stato effettuato sulla blockchain di Ethereum, sebbene non sulla mainnet ma su una testnet, ed il ruolo di Chainlink è stato quello di mettere a disposizione la sua infrastruttura.
In questo modo è stato possibile effettuare lo scambio on-chain tra A$DC ed e-HKD. Questi sono stati gli unici due token coinvolti direttamente all’interno della transazione, più le commissioni pagate in ETH.
Dal punto di vista strettamente tecnico, la procedura è stata la seguente.
Per prima cosa degli investitori australiani hanno depositato dollari australiani (AUD) ed hanno ricevuto sulla blockchain privata i relativi token A$DC.
A quel punto un modulo di ANZ ha acquistato e-HKD direttamente da HKMA.
HKMA ha registrato la transazione, ed ha inviato i token e-HKD a ANZ.
ANZ a quel punto ha coniato token e-HKD wrappati, e li ha girati agli investitori in cambio dei loro A$DC. È proprio in questa fase che è stato utilizzato CCIP di Chainlink.
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