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Il rimbalzo del prezzo di Bitcoin potrebbe non tenere

Ieri, la notizia dell’accelerazione di Donald Trump sull’istituzione di una riserva strategica in criptovalute ha prodotto un ottimo rimbalzo del prezzo di Bitcoin.  Venerdì, infatti, era sceso anche sotto...

Il rimbalzo del prezzo di Bitcoin potrebbe non tenere

Ieri, la notizia dell’accelerazione di Donald Trump sull’istituzione di una riserva strategica in criptovalute ha prodotto un ottimo rimbalzo del prezzo di Bitcoin. 

Venerdì, infatti, era sceso anche sotto gli 80.000$, e dopo un primo piccolo rimbalzo era riuscito a riportarsi solamente sopra gli 84.000$.

Da notare che 84.000$ era una cifra mai più toccata dall’11 novembre, ovvero nettamente più in basso di tutti i bottom della lunga fase di lateralizzazione durata tre mesi. 

Il rimbalzo di ieri del prezzo di Bitcoin

Prima che si diffondesse la notizia relativa alla riserva strategica in crypto, ieri il prezzo di BTC era ancora a circa 85.000$. 

Tuttavia, il primo rimbalzo, ovvero quello di venerdì e sabato, aveva già dimostrato come probabilmente il bottom sotto gli 80.000$ fosse esagerato in questo momento. 

Sono state, infatti, le liquidazioni forzate delle posizioni long in leva ad aver causato il forte e repentino calo di venerdì, iniziato quando il prezzo scese abbondantemente sotto gli 84.000$.

Dopo il post di Trump su Truth di ieri di colpo il prezzo di Bitcoin è balzato a 95.000$, ed anche tale rimbalzo in parte è stato causato dalla liquidazione forzata delle posizioni in leva, anche se stavolta di quelle short

Questi movimenti così veloci, causati da liquidazioni forzate e non da vendite o acquisti ponderati, generano parecchie inefficienze, che tendono poi ad essere riassorbite. 

Infatti dopo il rapido rimbalzo a 95.000$ il prezzo di Bitcoin è sceso, e per ora non è ancora tornato su quella soglia. 

La tenuta dei 90.000$

Per ora il prezzo di Bitcoin sta rimanendo sopra i 90.000$, ma ci sono un paio di segnali che costringono a formulare l’ipotesi che potrebbe anche tornare sotto questa soglia. 

Il primo segnale è proprio quello che riguarda le inefficienze sicuramente generate dal rapido rimbalzo causato in parte dalle liquidazioni forzate delle posizioni short in leva. 

Tali inefficienze tendono ad essere colmate nelle ore e nei giorni seguenti, e non è detto che siano già state colmate. 

Il secondo invece è legato proprio alla notizia di ieri. 

I dubbi sulle riserve in altcoin

Innanzitutto va detto che ieri Donald Trump non ha istituito la riserva strategica in criptovalute degli USA. Ha solo dichiarato di aver ordinato al gruppo presidenziale che ci sta lavorando di andare avanti su questa strada. 

Il punto chiave è che un disegno di legge che istituisca una riserva strategica in crypto dovrà per forza di cose essere messo al voto al Congresso, e non è affatto scontato che il Congresso lo approvi. 

Il problema non sta tanto su Bitcoin, ma sulle altcoin. 

Inizialmente si pensava che tale riserva potesse includere solo BTC, perlomeno in una fase iniziale, perché gli USA detengono già quasi 200.000 BTC, per un controvalore di circa 18 miliardi di dollari, confiscati dalle autorità giudiziarie nel corso degli anni ed attualmente già a disposizione del Dipartimento di Giustizia. 

Qualora il governo Trump si fosse limitato a proporre al Congresso di non vendere quei Bitcoin e di metterli all’interno di una nuova riserva strategica, è possibile ritenere che la proposta sarebbe stata accolta favorevolmente. 

Invece, Trump ha dichiarato che vorrebbe includere in questa riserva anche ETH (Ethereum), XRP (Ripple), SOL (Solana) e ADA (Cardano). 

Il problema di Ripple

Gli USA possiedono già 18 miliardi di dollari in BTC, ma possiedono altcoin per un controvalore in dollari enormemente inferiore. 

L’ipotesi è che, una volta approvata una riserva strategica in criptovalute, siano costretti ad acquistare sul mercato ETH, e soprattutto XRP, SOL e ADA. 

Il problema è che quasi la metà degli XRP esistenti sono ancora nelle casse di Ripple, l’azienda privata che ha creato questa criptovalute. 

Il Congresso accetterà l’utilizzo di denaro pubblico per comprare XRP che potrebbero provenire da un’azienda privata? 

Qualora questo dubbio dovesse indurre i mercati a ritenere poco probabile l’istituzione di una riserva strategica in criptovalute così come voluta da Trump potrebbe iniziare a prezzarlo anche su Bitcoin. 

Se così fosse, il rimbalzo di ieri potrebbe finire per non tenere. 

La sofferenza delle altcoin

Oltre a ciò è importante sottolineare che, nonostante le palesi dichiarazioni di ieri di Trump favorevoli ad alcune altcoin, il loro rimbalzo non ha schiodato l’altseason index di CMC dai minimi degli ultimi tempi. 

Infatti tale indice è sceso addirittura a quota 16, cosa che certifica che attualmente i mercati crypto si trovano pesantemente in Bitcoin season (che inizia con un valore pari o inferiore a 25). 

La dominance di Bitcoin è superiore al 61%, e lo è da circa un mese. 

Inoltre rispetto ai massimi storici, mentre BTC è a -15%, ETH è ancora a -52%, XRP a -32%, SOL a -45% e ADA addirittura a -69%, per non parlare del -70% di Dogecoin e del -80% di Avalanche. 

Sebbene un quadro tale non sia comunque in grado di influire negativamente sull’andamento del prezzo di Bitcoin, sui mercati crypto in questo momento c’è ancora paura, e tutto ciò suggerisce che potrebbe non essere particolarmente probabile un altro nuovo rimbalzo. 

A dire il vero in questo preciso momento un altseason index così basso dovrebbe essere interpretato come un segnale positivo, perchè è sempre Bitcoin a far partire le grandi bullrun ed occorre pertanto che i capitali crypto si spostino su BTC. Ma in questo momento non sembrano esserci ancora le condizioni per una vera e propria ripartenza della bullrun. 

Marco Cavicchioli

"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".

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