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Il crypto exchange Coinbase blocca ingiustificatamente gli utenti

Negli ultimi giorni, diversi clienti del crypto exchange Coinbase si sono lamentati per aver subito restrizioni dei propri account, talvolta senza motivo. Proprio mentre Bitcoin e l’intero settore crypto sono...

Il crypto exchange Coinbase blocca ingiustificatamente gli utenti

Negli ultimi giorni, diversi clienti del crypto exchange Coinbase si sono lamentati per aver subito restrizioni dei propri account, talvolta senza motivo.

Proprio mentre Bitcoin e l’intero settore crypto sono ai massimi storici, la principale piattaforma di trading statunitense applica delle pesanti limitazioni ai suoi utenti.

Il team di Coinbase è intervenuto su X per chiarire la faccenda, lasciando, però, uno sgradevole amaro in bocca.

Tutti i dettagli di seguito.

Diversi utenti lamentano restrizioni sul crypto exchange Coinbase

Da qualche giorno una vasta gamma di utenti fanno presente su X di aver subito delle irragionevoli limitazioni da parte dell’exchange crypto Coinbase.

Molti account sono stati bloccati, o non possono inviare crypto al di fuori della piattaforma, nonostante non ci siano state violazioni dei termini di servizio.

Alcune delle persone colpite dalla spiacevole vicenda sono clienti di lunga data di Coinbase, e possiedono portafogli a 6 zeri.

La notizia arriva in un momento delicato del mercato crypto, con Bitcoin che ha appena superato la soglia chiave dei 100.000 dollari.

https://twitter.com/TheBullishTradR/status/1864677713862095127

Gli utenti segnalano di aver contattato il servizio clienti dell’exchange chiedendo spiegazioni, ma hanno ricevuto solo risposte fuorvianti.

Inoltre i tempi di attesa per un contatto con l’apposito help center risultano essere molti lunghi, a volte superiori ai 5 giorni lavorativi.

Ad esempio, l’utente “Johnny Zcash” ha riferito di essere stato limitato nel trasferimento crypto, nonostante il suo storico da 12 anni nella piattaforma ed un wallet a 7 figure.

Dopo aver provato a mandare centinaia di messaggi al supporto Coinbase, è riuscito a sbloccare solo parzialmente il blocco, che ormai va avanti da 9 mesi.

Entrando nel merito dell’incidente, il responsabile della sicurezza dell’exchange rivale Kraken Nick Percoco, ha attaccato Coinbase scrivendo quanto segue:

“Stai facendo scegliere ad alcuni dei tuoi utenti tra libertà finanziaria e sicurezza fisica”.

Altri esperti del settore, come  Taylor Monahan, ricercatore principale della sicurezza di MetaMask ha fatto leva sull’inefficenza del supporto clienti dell’exchange:

“Sono contento di sapere che Coinbase attribuisce una priorità così alta all’equilibrio tra lavoro e vita privata. “Perché, come tutti sappiamo, le criptovalute operano dalle 9 alle 5 PT dal lunedì al venerdì e nessuno vittimizza i tuoi utenti anche al di fuori di quegli orari”. 

L’exchange Coinbase risponde alle accuse chiamando in causa il FUD e la disinformazione

In seguito alla pioggia di insulti contro Coinbase, il team dell’exchange ha deciso di prendere parola su X, spiegando cosa stesse succedendo.

In un dettagliato thread, i responsabili della piattaforma hanno invitato i propri utenti a non cadere nel FUD e di ignorare la grande disinformazione che circola in rete.

https://twitter.com/CoinbaseSupport/status/1865802642737258991

Il motivo del blocco di alcuni account riguarda l’aumento dei tentativi di frode nelle ultime settimane, che ha richiesto un controllo KYC più rigido del previsto.

Post elezioni USA, c’è stato un massiccio riattivamento di account che risultano inattivi da mesi, e con esso un aumento dei tentativi di falsificazione del supporto clienti.

Diversi hacker stanno cercando dunque di trarre vantaggio dal ritorno dell’interesse sulle crypto, e Coinbase sta facendo più controlli del solito.

Un fattore in particolare che pare abbia causato restrizioni ingiustificate sia stata la rilevazione di coperture VPN o Ad Blocker.

Secondo quanto riportato da Scott Shapiro, product director di Coinbase, visto che gli aggressori usano sempre le VPN, i modelli di rischio dell’exchange considerano questa presenza un segno negativo.

Per questo motivo è sconsigliato applicare una rete virtuale privata (VPN) quando si interagisce con Coinbase o con altri servizi centralizzati.

Ad ogni modo I termini di servizio non menzionano esplicitamente l’uso della VPN e alcuni utenti affermano addirittura di non avere problemi con specifiche tipologie.

https://twitter.com/scottshapiro/status/1863691538661883925

In un thread di follow-up , Shapiro ha poi chiarito che l’uso di una VPN da sola non causerebbe la segnalazione di un account Coinbase.

Ecco quanto scritto dall’esperto informatico:

“Questi strumenti in combinazione con altri fattori, come un accesso da un dispositivo sconosciuto da un nuovo paese che tenta di inviare una grande quantità di criptovalute a un nuovo indirizzo, possono innescare un falso positivo che richiede un’ulteriore revisione di sicurezza”. 

Custodia delle crypto su exchange: una pratica comoda ma molto rischiosa

Sfruttiamo questa situazione per ricordare ancora una volta quanto possa essere deleterio custodire crypto all’interno di exchange centralizzati come Coinbase.

Nonostante piattaforme come questa offrono un mezzo semplice e alla portata di tutti per investire in asset digitali, possono risultare un’arma a doppio taglio.

In pieno bull market, diversi utenti che vantano profitti record sono impossibilitati dal fare trading o non riescono a fare cash-out, citando i motivi sopra elencati.

Pur avendo ragione, questi devono passare intere giornate a parlare con il supporto clienti di Coinbase affrontando noiose e lunghe pratiche di riconoscimento KYC.

https://twitter.com/danielgothits/status/1865854663670497350

Il problema principale non è nell’aumento degli scam o nell’uso improprio della VPN, ma il fatto che per custodire crypto ci sia affidati ad un intermediario fiduciario.

Il colmo è che le criptovalute sono nate proprio per scavalcare queste figure nel mondo tradizionale ( spesso identificate come le banche).

Affidandosi ad un exchange, si accetta di dare in prestito le proprie chiavi private a qualcuno che di fatto non conosciamo.

La piattaforma in questione, ci dà solamente la possibilità di utilizzare le stesse chiavi private in modo totalmente arbitrario, in modi e tempi variabili.

Come dice il vecchio saggio: NOT YOUR KEYS, NOT YOUR MONEY.

Le crypto non sono più a nostra completa disposizione se le depositiamo su un exchange.

Chi non ha già imparato, imparerà a tempo debito sulla propria pelle.

https://twitter.com/cryptotipsreal/status/1866034330478502206

La self custody non è per tutti

Nonostante le raccomandazioni sui rischi derivanti dalla custodia su exchange come Coinbase, dobbiamo comunque far presente che la “self custody” non è per tutti.

Detenere asset digitali su portafogli privati richiede una buona conoscenza di base del funzionamento della blockchain e  delle pratiche ad essa associate.

Il più delle volte quando un utente si improvvisa esperto e prova a spostare fondi su wallet privati esterni agli exchange, combina qualche guaio.

Solamente la necessità di custodire in proprio la seed phrase che garantisce l’accesso al portafoglio rappresenta un limite troppo avanzato per una vasta gamma di persone.

Inoltre la complessità delle attuali soluzioni hardware e software funge da gigante barriera di ingresso per chi di informatica ne capisce poco o nulla.

Se non si è preparati si rischia inoltre di essere scammati in un battito di ciglia, interagendo con dapp maligne o con varie truffe che circolano in rete.

La soluzione migliore a questi limiti non può che essere lo studio e la dedizione a comprendere come funzionano gli strumenti trustless.
Per un utente neofita il primo approccio con gli exchange crypto è sempre la scelta migliore, ma con il passare del tempo è consigliabile iniziare a testare soluzioni private.

Ricordate, la pigrizia di non voler uscire dalla propria zona di comfort e studiare un nuovo metodo di custodia non deve mai oltrepassare la volontà di essere finanziariamente indipendenti e svincolati da qualsiasi tipo di controllo centralizzato.

Alessandro Adami

Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.

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https://cryptonomist.ch/2024/12/09/crypt...

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