Green Crypto: Le Criptovalute Sostenibili da Monitorare nel 2025
Scopri le green crypto che rivoluzionano il mercato. Analizziamo progetti come Pepenode, Bitcoin Hyper e Best Wallet, dimostrando come innovazione e sostenibilità possano coesistere.

Per anni il settore delle criptovalute è stato associato a un’immagine controversa: quella di un’industria affamata di energia, in cui giganti come Bitcoin hanno attirato critiche per l’impatto ambientale dei loro processi di mining. Tuttavia, la narrazione sta cambiando. Nel 2025 non tutte le blockchain sono uguali, e una nuova generazione di progetti si propone di dimostrare che innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale possono coesistere.
Il concetto di green crypto non è più una semplice etichetta di marketing: rappresenta un movimento che unisce ingegneria, finanza decentralizzata e responsabilità ecologica. Alcuni progetti stanno nascendo con l’obiettivo di ripensare dalle fondamenta il modo in cui le criptovalute consumano energia; altri, più maturi, offrono soluzioni consolidate con cui imprese e utenti possono interagire quotidianamente.
- La nascita di un ecosistema “green”
- I nuovi protagonisti: le prevendite di cripto verdi
- Pepenode: il mining che non consuma energia
- Bitcoin Hyper: il Layer-2 che “ricicla” Bitcoin
- Best Wallet Token: la custodia senza rifiuti elettronici
- I pionieri: blockchain consolidate e già operative
- Cardano: il PoS come standard
- VeChain: efficienza per imprese e governi
- Perché la sostenibilità conta davvero
La nascita di un ecosistema “green”
Il mercato globale mostra segnali chiari: la domanda di blockchain a basso consumo cresce, e gli investitori iniziano a guardare con attenzione a progetti che non solo promettono ritorni economici, ma che portano valore in termini di sostenibilità. Questa evoluzione è in linea con il più ampio trend globale di finanza sostenibile (ReFi – Regenerative Finance), che mira a utilizzare strumenti finanziari per generare impatti ambientali positivi.
Il 2025 si presenta dunque come un anno cruciale per osservare da vicino quali saranno i progetti capaci di coniugare utilità reale e responsabilità ambientale.
I nuovi protagonisti: le prevendite di cripto verdi
Le prevendite rappresentano spesso la fase più affascinante dell’innovazione in blockchain: il momento in cui gli investitori possono partecipare alle fondamenta di un progetto, sostenendo un’idea prima che diventi mainstream. In questo contesto, le cripto verdi in fase di lancio si distinguono per la capacità di attrarre una community attenta non solo al profitto, ma anche all’impatto ambientale.
Pepenode: il mining che non consuma energia

Uno dei progetti più sorprendenti è Pepenode ($PEPENODE), che introduce il concetto di virtual eco-mining. A differenza del mining tradizionale, energivoro e tecnicamente complesso, Pepenode simula il processo senza alcun consumo di energia. I ricavi sono collegati ad azioni ecologiche misurabili, come l’adozione di energie rinnovabili o la compensazione delle emissioni di CO₂.
La sua forza risiede nella gamification: chiunque può partecipare, senza hardware costoso o competenze avanzate. Pepenode non è soltanto un progetto tecnologico, ma una piattaforma che educa e coinvolge, trasformando il mining in un’esperienza accessibile e interattiva.
Bitcoin Hyper: il Layer-2 che “ricicla” Bitcoin

Se Bitcoin è spesso visto come il colpevole principale della scarsa sostenibilità del settore, Bitcoin Hyper ($HYPER) tenta di ribaltare la narrazione. Si tratta di una rete Layer-2 che integra il motore della Solana Virtual Machine (SVM) per eseguire transazioni veloci e a basso impatto.
La differenza sostanziale sta nel passaggio dal proof-of-work al proof-of-stake, un modello che riduce del 99% il consumo energetico. Bitcoin Hyper non mina nuovi blocchi, ma permette di utilizzare BTC in un ambiente sostenibile, mantenendo compatibilità con l’ecosistema originale e introducendo funzionalità avanzate come smart contract e DAO governance.
Best Wallet Token: la custodia senza rifiuti elettronici

Il terzo attore emergente è Best Wallet ($BEST), un progetto che affronta il tema della sostenibilità da un punto di vista inedito: quello della custodia dei fondi. Se i wallet hardware, con il tempo, finiscono per diventare rifiuti elettronici, Best Wallet propone un’alternativa software-first.
Non si tratta solo di un portafoglio non-custodial che restituisce agli utenti il pieno controllo dei propri asset. Grazie al token nativo $BEST, i possessori possono accedere a vantaggi come staking ad alto rendimento, riduzione delle commissioni e accesso anticipato a nuove prevendite. Un esempio concreto di come anche la gestione dell’infrastruttura crypto possa contribuire a ridurre l’impatto ambientale.
I pionieri: blockchain consolidate e già operative
Se le prevendite rappresentano la promessa, i progetti consolidati incarnano la prova che la sostenibilità in blockchain è possibile. Alcuni network hanno già costruito una reputazione solida, attirando aziende e governi grazie alla loro capacità di unire efficienza e rispetto per l’ambiente.
Cardano: il PoS come standard
Cardano (ADA) è tra i primi a dimostrare che il proof-of-stake può essere non solo più sostenibile, ma anche più sicuro e scalabile del proof-of-work. Oltre alla riduzione drastica del consumo energetico, Cardano ha avviato iniziative concrete come il Cardano Carbon Footprint, un sistema di contabilizzazione delle emissioni che coinvolge esperti, comunità e partner istituzionali.
Il progetto non si limita a neutralizzare le proprie emissioni, ma mira a diventare climate positive, cioè a generare benefici ambientali netti. Una visione che va oltre la tecnologia, spingendo verso un modello di blockchain rigenerativa.
VeChain: efficienza per imprese e governi
VeChain (VET) ha scelto un approccio diverso: il proof-of-authority, un sistema che sacrifica parte della decentralizzazione in favore di efficienza e bassi consumi. Il risultato è una blockchain capace di gestire un numero elevato di transazioni a costi contenuti, qualità fondamentale per le grandi imprese.
Non sorprende che VeChain abbia stretto partnership con colossi come Walmart China o Bayer, e che sia stato adottato in progetti di tracciabilità e sostenibilità. In questo caso, la blockchain diventa un’infrastruttura per certificare e monitorare catene di approvvigionamento globali, riducendo sprechi e migliorando la trasparenza.
Perché la sostenibilità conta davvero
L’interesse per le criptovalute verdi non nasce solo da un impulso etico, ma anche da motivazioni pragmatiche. Una blockchain sostenibile ha maggiori probabilità di attrarre partner istituzionali, evitare restrizioni normative e inserirsi nelle strategie ESG (Environmental, Social, Governance) delle aziende.
Al contrario, i progetti che ignorano l’impatto ambientale rischiano di trovarsi esclusi da mercati sempre più regolamentati e da investitori che privilegiano soluzioni responsabili. In questo senso, la sostenibilità diventa non solo un vantaggio competitivo, ma un requisito imprescindibile per il futuro delle criptovalute.
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Laureato in Economics and Business presso l’Università Luiss di Roma, Massimo ha conseguito anche un Master in Amministrazione, Finanza e Controllo. Trader e analista esperto nel campo delle criptovalute e della finanza decentralizzata, è consulente tecnologico appassionato di innovazione ed evoluzione digitale, relatore anche per seminari o approfondimenti tematici nell'ambito fintech e crypto.
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