Bitcoin rischio crollo 75%: analisti smentiscono lo scenario di Peter Brandt
Il rischio di un crollo del Bitcoin del 75% è tornato alla ribalta dopo le recenti speculazioni di Peter Brandt, veterano trader che ha ipotizzato un ripetersi del drammatico calo del 2022. Tuttavia, molti analisti crypto ritengono questa eventualità molto improbabile, sottolineando differenze cruciali tra oggi e la situazione di un anno fa. Analisti Bitcoin […]

Il rischio di un crollo del Bitcoin del 75% è tornato alla ribalta dopo le recenti speculazioni di Peter Brandt, veterano trader che ha ipotizzato un ripetersi del drammatico calo del 2022.
Tuttavia, molti analisti crypto ritengono questa eventualità molto improbabile, sottolineando differenze cruciali tra oggi e la situazione di un anno fa.
Analisti Bitcoin e Peter Brandt: uno scenario improbabile per motivi macroeconomici
Nel novembre 2021, Bitcoin ha toccato il suo massimo storico attorno ai 69.000 dollari. Da allora, ha subito una correzione severa, di circa il 76% nei dodici mesi successivi, che lo ha portato a quota 16.195 dollari entro novembre 2022.
Questa discesa è stata una delle più marcate nella storia recente dell’asset finanziario più noto nel settore crypto.
Peter Brandt ha rilanciato il dibattito suggerendo che Bitcoin potrebbe ripercorrere un simile trend negativo. Nel suo post su X (ex Twitter) ha domandato:
“Sta Bitcoin seguendo il suo copione del 2022 e preparando un calo del 75%? Non fa male chiederselo, vero?”
Se questo scenario si verificasse partendo dai circa 107.810 dollari attuali, Bitcoin potrebbe scendere nuovamente a livelli di circa 26.000 dollari, cifra che non registrava dalla fine del 2023.
Pav Hundal, capo analista di Swyftx, ha risposto allo scenario ipotizzato da Brandt, definendolo “molto improbabile al momento”.
Secondo Hundal, le condizioni macroeconomiche sono radicalmente cambiate rispetto al 2022. Nel 2022, l’economia globale affrontava le conseguenze del ritorno alla normalità dopo la pandemia.
All’epoca, le politiche di printing monetario e gli stimoli fiscali avevano creato un ambiente di mercato molto volatile. Quel contesto aveva contribuito in modo significativo al forte ribasso di Bitcoin e degli altri asset.
Oggi, spiega Hundal, queste politiche sono state riviste con un approccio più restrittivo e meno espansivo, il che rende poco probabile un calo simile a quello dell’anno passato.
Il ruolo degli investitori giovani nel 2021
Un ulteriore elemento di differenziazione è rappresentato dal comportamento degli investitori nel 2021.
Un sondaggio del 2021 mostrava che un americano su dieci tra i 18 e i 34 anni aveva investito parte dei propri stimoli economici in criptovalute, alimentando così una domanda speculativa.
Oggi, il mercato appare più maturo e meno influenzato da fattori di stimolo esterni, contribuendo a stabilizzare il prezzo di Bitcoin.
Altri analisti come Andy Edstrom e Simon Amery condividono alcune delle preoccupazioni di Brandt, ma non credono che una correzione possa essere così severa da raggiungere il 75%.
Edstrom sottolinea che il crollo del 2022 non fu solo un fenomeno di mercato generico, ma fu aggravato dal fallimento di FTX, un exchange crittografico di rilievo.
FTX non completò diversi ordini dei clienti, vendendo invece “BTC cartaceo”, cioè Bitcoin in via indiretta o non realmente posseduti, causando panico e forti vendite.
Inoltre, il ciclo ribassista del 2022 fu spinto da una politica monetaria più hawkish della Federal Reserve, che aumentò i tassi di interesse per contrastare l’inflazione, penalizzando investimenti più rischiosi come Bitcoin.
Nel presente, benché la situazione economica rimanga complessa, non si rileva l’intensità della crisi del 2022. Le azioni dalla Fed mostrano un approccio più bilanciato, riducendo la probabilità che Bitcoin affronti un crollo così severo.
Michael Saylor, noto imprenditore e sostenitore di Bitcoin, rigetta l’ipotesi di un nuovo “inverno crypto”.
“L’inverno non tornerà,” ha dichiarato, spiegando che se Bitcoin non arriverà a zero (evento ritenuto altamente improbabile), potrebbe persino raggiungere il milione di dollari nel medio-lungo termine.
Questa visione ottimistica riflette la fiducia crescente nell’adozione istituzionale e nel ruolo di Bitcoin come riserva di valore, simile all’oro.
Bitcoin oggi: tra volatilità e potenziale di crescita
Nonostante il richiamo all’attenzione di Peter Brandt abbia destato un certo livello di preoccupazione, la maggior parte degli analisti concorda sul fatto che le condizioni attuali del mercato non preannunciano un crollo replicante il 2022.
Fattori che sostengono la stabilità di Bitcoin
- – Maggior maturità del mercato: investitori più esperti e regolamentazioni parzialmente definite.
- – Condizioni macroeconomiche diverse: politiche monetarie più restrittive e meno stimoli diretti.
- – Assenza di shock sistemici simili a FTX: che nel passato hanno amplificato i ribassi.
Occorre comunque considerare che Bitcoin resta un asset volatile e sensibile a cambiamenti nelle politiche globali o shock nel settore crypto.
Perciò, gli investitori devono mantenere un atteggiamento prudente e monitorare attentamente l’evoluzione dei fattori economici e regolatori.
Lo scenario di un crollo del 75% di Bitcoin rimane, allo stato attuale, una possibilità remota, ma non completamente da escludere.
Gli analisti concordano su una prospettiva di maggiore stabilità e potenziale di crescita, ma raccomandano di non sottovalutare la natura volatile di questo asset finanziario.
Di conseguenza, chi investe in Bitcoin dovrebbe adottare strategie di lungo termine, informandosi e adattando le proprie scelte alle condizioni di mercato e alle novità economiche.
L’attenzione verso le dinamiche macroeconomiche, normative e tecnologiche sarà sempre più cruciale per navigare con successo nel mondo crypto.
In sintesi, Bitcoin continua a rappresentare un’opportunità valida, soggetta però a rischi specifici da gestire con consapevolezza e preparazione.
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