AI week: se non controlli la tua AI, non è davvero tua
Dall’AI Week arriva una provocazione che può cambiare il modo in cui pensiamo all’intelligenza artificiale: se non possiedi l’infrastruttura, stai solo prestando il tuo cervello a qualcun altro. La nuova...

Dall’AI Week arriva una provocazione che può cambiare il modo in cui pensiamo all’intelligenza artificiale: se non possiedi l’infrastruttura, stai solo prestando il tuo cervello a qualcun altro.
- La nuova frontiera dell’AI non è (solo) tecnologica, ma filosofica
- Oggi usiamo AI centralizzate. E non ce ne rendiamo conto
- Sovranità AI: la sfida dei prossimi 10 anni
- Da BitTorrent alla blockchain: tecnologie decentralizzate al servizio dell’AI
- Gli esempi concreti: Cuba Translate e Cuba Health
- Se non possiedi la tua AI, ne sei solo l’utente
La nuova frontiera dell’AI non è (solo) tecnologica, ma filosofica
Durante uno speech all’AI Week, un relatore ha lanciato un messaggio che riecheggia come un campanello d’allarme nel panorama tech:
“Not your API, not your intelligence.”
Una frase semplice, ma densa di significato. Un’analogia diretta con il mondo crypto – “Not your keys, not your coins” – che porta una nuova consapevolezza:
Se l’intelligenza artificiale che usi dipende da una API esterna, non è davvero la tua intelligenza.
Stai solo delegando potere cognitivo a qualcun altro.
Oggi usiamo AI centralizzate. E non ce ne rendiamo conto
Ogni giorno milioni di persone utilizzano strumenti come ChatGPT, Google Translate, Copilot e simili.
Ma pochi si chiedono: “Dove finiscono i miei dati?” o “Chi controlla realmente questa intelligenza?”
Dietro l’apparente comodità si nasconde un sistema centralizzato che:
- Raccoglie i tuoi dati
- Decide cosa puoi fare e cosa no
- Può essere disattivato in qualsiasi momento
È un’AI “as a service”, e questo significa una sola cosa: non ne hai il controllo.
Sovranità AI: la sfida dei prossimi 10 anni
Come per Bitcoin, la chiave è la sovranità.
Il relatore ha presentato un progetto rivoluzionario: QBack, un’infrastruttura decentralizzata pensata per costruire agenti AI privati, locali e interoperabili, capaci di funzionare:
- Senza connessione internet
- Senza API key
- Su qualsiasi dispositivo, anche uno smartphone da 30€
Il sogno? Creare una piattaforma AI peer-to-peer dove ogni utente possiede, addestra e utilizza la propria intelligenza artificiale, senza dipendere da nessuna azienda.
Da BitTorrent alla blockchain: tecnologie decentralizzate al servizio dell’AI
Per costruire questa visione, il team sta utilizzando tecnologie già note e collaudate:
- BitTorrent, per la comunicazione distribuita senza server
- Blockchain, per aggiungere una crittografia avanzata e privacy by design
- Open source, per garantire trasparenza, auditabilità e accesso equo
Dopo sette anni di lavoro, il primo SDK (software development kit) sarà rilasciato a settembre, con centinaia di moduli su GitHub. Ogni sviluppatore potrà contribuire, testare, migliorare.
Uno scenario inquietante: 1 miliardo di robot connessi a un solo data center
Il relatore ha posto una domanda inquietante ma realistica:
“Come ci sentiremmo se tra 10 anni ci fossero 1 miliardo di robot intelligenti, tutti connessi a un unico data center gestito da un’unica azienda?”
Un incubo distopico? Non tanto. Con la direzione attuale dell’AI, è uno scenario più vicino di quanto pensiamo.
Gli esempi concreti: Cuba Translate e Cuba Health
Per dimostrare che la decentralizzazione è possibile già oggi, sono stati presentati due prototipi funzionanti:
- Cuba Translate: un’app di traduzione che funziona completamente offline, su ogni dispositivo, senza inviare dati a nessun server.
- Cuba Health: un sistema di tracciamento della salute simile ad Apple Health, ma totalmente privato, che elabora dati come battito, sonno e abitudini direttamente sul dispositivo.
Questi strumenti dimostrano che la privacy non è un ostacolo all’innovazione, ma una scelta tecnologica.
Se non possiedi la tua AI, ne sei solo l’utente
Il futuro dell’intelligenza artificiale non si gioca solo sul fronte dell’hardware o degli algoritmi.
Si gioca sul controllo, sulla governance e sulla proprietà.
Così come Bitcoin ha liberato il denaro dai monopoli bancari, l’AI decentralizzata può liberarci dalla dipendenza dalle big tech.
Ma per farlo, serve consapevolezza. Serve comunità. Serve una nuova filosofia del digitale.
Non your API, not your intelligence.
È ora di riprenderci la nostra mente digitale.
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