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Report crypto di Gemini: Bitcoin in mano alle balene

Di recente Glassnode, in collaborazione con Gemini, ha pubblicato un report crypto in cui emerge chiaramente una criticità che riguarda Bitcoin. Il report infatti svela che ormai più del 30% dei BTC esistenti...

Report crypto di Gemini: Bitcoin in mano alle balene

Di recente Glassnode, in collaborazione con Gemini, ha pubblicato un report crypto in cui emerge chiaramente una criticità che riguarda Bitcoin.

Il report infatti svela che ormai più del 30% dei BTC esistenti è detenuto da entità centralizzate, tra le quali un piccolo gruppo controlla una quota sproporzionata.

Il report crypto di Glassnode e Gemini

Non è la prima volta che Glassnode pubblica un report crypto in collaborazione con Gemini

In questo caso si tratta di un’analisi concentrata su adozione, volatilità e capitalizzazione di mercato di Bitcoin, ed in particolare sull’impatto della Riserva Strategica in BTC degli USA, e sull’ecosistema Bitcoin nel suo complesso. 

Glassnode è una nota firma delle analisi crypto, mentre Gemini è uno dei principali exchange crypto statunitensi. Insieme collaborano per realizzare e pubblicare questi report che analizzano a fondo lo stato di salute dei mercati crypto

Il report parte dalla Riserva Strategica in Bitcoin (SBR) istituita a marzo 2025 dagli Stati Uniti d’America. 

Quest’atto ha di fatto riconosciuto formalmente Bitcoin come asset di livello sovrano, e la sua transizione verso uno strumento macrofinanziario. 

Il report aggiunge che tali sviluppi stanno consolidando l’offerta, riducendo la volatilità e rafforzando la fiducia istituzionale nei confronti di BTC, inaugurando una nuova fase di adozione strategica. 

Il problema

Il problema però è che più del 30% dei BTC esistenti risulta essere detenuto da solamente 216 entità centralizzate. 

In totale esistono poco meno di 20 milioni di Bitcoin, tuttavia almeno tre milioni, se non più di quattro, sono da considerare perduti per sempre perché inutilizzabili. 

La sola Strategy (ex MicroStrategy) ne detiene quasi 600.000, ovvero il 3% della circulating supply totale, e più del 3,5% della supply reale al netto dei BTC perduti.

In totale sono più di 1,1 milioni i BTC detenuti da società private, ed a questi vanno aggiunti altri 1,3 milioni detenuti da ETF e da altri custodi centralizzati. 

Si stima poi che più di 500.000 BTC siano detenuti da enti governativi, e sugli exchange centralizzati in totale ve ne siano altri 2,5 milioni. 

Quindi circa 5,4 milioni di Bitcoin sono di fatto custoditi da enti privati, pari al 27% della circulating supply teorica, ed il 33% di quella reale al netto dei BTC perduti. 

A ciò report aggiunge che i fondi sovrani svolgono un ruolo sproporzionato, e che le piattaforme off-chain dominano il volume.

Detto ciò però evidenzia anche come la volatilità sia diminuita in tutti gli orizzonti temporali, con cicli recenti definiti da rally più costanti e sostenuti che attraggono investitori a lungo termine. A causa di ciò, afferma che ogni dollaro di afflusso di capitale aggiuntivo su Bitcoin può aumentare la capitalizzazione di mercato totale di BTC di 25 dollari, a breve termine, e di circa 1,70 dollari nell’arco di un ciclo completo. 

La riserva strategica

A proposito della riserva strategica degli USA il report afferma che questa segna un momento decisivo nella traiettoria istituzionale di Bitcoin. 

Anzi, sottolinea come ormai il mercato di BTC sta attraversando una trasformazione strutturale guidata dal capitale a lungo termine e dalla custodia strategica.

Inoltre, nonostante la concentrazione di cui sopra, l’approvazione simbolica di Bitcoin come asset di grado sovrano avrebbe catalizzato una rinnovata fiducia istituzionale, e così l’offerta totale disponibile per il trading spot non è aumentata, ma è rimasta sostanzialmente stabile, con il trasferimento di asset dagli exchange agli ETF e ad altri depositari.

Il fatto è che il calo della volatilità effettiva degli ultimi anni, e quindi la maggiore stabilità del prezzo all’interno del ciclo, sta rafforzando l’attrattiva di Bitcoin nei confronti dei grandi investitori attenti al rischio. 

Gli autori del report scrivono: 

“Con il proseguimento dell’adozione istituzionale, la sua influenza aumenterà, non solo attraverso le partecipazioni, ma anche attraverso i framework che gli investitori utilizzano per valutare e integrare Bitcoin nell’architettura finanziaria globale”. 

Marco Cavicchioli

"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".

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