Raise Act: New York contro i rischi dell'intelligenza artificiale

Lo stato di New York ha dato un significativo segnale nel dibattito sull’intelligenza artificiale approvando il Raise Act, una legge pensata per prevenire disastri potenzialmente catastrofici causati dai sistemi di intelligenza artificiale. 

Questa normativa mira a evitare scenari gravi come la morte di oltre cento persone o danni economici superiori al miliardo di euro, ponendo le basi per un controllo più rigoroso dell’innovazione tecnologica.

La tensione tra sicurezza e innovazione nell’AI

L’approvazione del Raise Act rappresenta una conquista importante per chi promuove la regolamentazione dell’intelligenza artificiale a tutela della sicurezza pubblica e dei diritti civili. Tuttavia, questa vittoria è solo simbolica e temporanea, poiché il disegno di legge dovrà ancora essere approvato dal governatore di New York, Kathy Hochul, che potrebbe decidere di modificarlo o addirittura porre il veto.

Il dibattito che emerge da questa legge riflette un contrasto profondo tra la volontà di mettere in campo garanzie efficaci contro i potenziali rischi dell’AI e l’interesse delle aziende tecnologiche, specialmente della Silicon Valley, che spingono invece per la massima velocità e libertà nello sviluppo di queste tecnologie.

Nonostante la polemica, l’amministrazione Trump, che è attualmente al governo, appoggia in modo deciso l’innovazione in campo AI e puntando a uniformare le normative a livello federale, impedendo alle singole autorità statali di adottare leggi restrittive come quella di New York. Di conseguenza, si crea una situazione di scontro su più fronti, tra un approccio conservativo e uno improntato all’avanzamento senza freni.

Le parole del senatore Gounardes

Il senatore di New York, Andrew Gounardes, cofirmatario del Raise Act, ha chiarito che l’obiettivo della legge non è rallentare l’innovazione, bensì promuoverne uno sviluppo sicuro e responsabile. Ha sottolineato che il tempo a disposizione per mettere in atto misure preventive è sempre più breve, visto il rapido progresso tecnologico.

Secondo Gounardes, gli esperti di AI ritengono che i rischi associati a questa tecnologia siano altamente probabili e allarmanti, e quindi è urgente adottare norme che riducano le potenziali conseguenze negative. Tale posizione tenta di bilanciare la necessità di innovare con quella imprescindibile di tutelare la collettività.

La risposta della Silicon Valley

Dal fronte opposto, alcuni dei maggiori esponenti del settore tecnologico hanno reagito con durezza al provvedimento. Anjney Midha, socio della società di venture capital Andreessen Horowitz, ha definito il Raise Act «l’ennesimo stupido disegno di legge statale sull’AI» capace solo di penalizzare gli Stati Uniti in un momento cruciale, in cui la competizione globale si fa sempre più intensa.

Questa critica mette in evidenza una delle paure principali: che normative troppo stringenti possano ostacolare la competitività delle aziende statunitensi rispetto ai concorrenti internazionali. Infatti, si teme che l’eccesso di regolamentazione possa spingere i grandi laboratori di intelligenza artificiale a limitare la disponibilità dei loro modelli a specifiche regioni, come lo stato di New York.

Le novità chiave del Raise Act

Qualora il Raise Act entrasse in vigore, rappresenterebbe una pietra miliare nel campo della regolamentazione dell’IA negli Stati Uniti, introducendo per la prima volta un complesso sistema di standard di trasparenza e obblighi legali rivolti ai maggiori laboratori di intelligenza artificiale.

Obblighi di trasparenza e sicurezza

La legge imporrebbe ai laboratori di AI di pubblicare report dettagliati che documentino le misure di sicurezza adottate per proteggere i modelli più avanzati. Si tratterebbe di un impegno concreto volto a garantire che i sistemi siano progettati e mantenuti in modo da prevenire incidenti dannosi.

Inoltre, i laboratori sarebbero obbligati a segnalare immediatamente qualsiasi incidente legato alla sicurezza, comportamenti anomali o rischiosi dei modelli, nonché eventuali furti o accessi non autorizzati da parte di soggetti terzi. Questa trasparenza mira a creare un sistema di controllo efficace e a ridurre i margini di abuso o malfunzionamento.

Sanzioni e impatti

Il Raise Act prevede sanzioni civili fino a 30 milioni di dollari in caso di mancato rispetto degli obblighi, un deterrente importante per assicurare la conformità delle aziende. Tuttavia, questa severità ha sollevato qualche timore sulle ricadute economiche, in particolare sulla disponibilità dei modelli di IA nel mercato di New York.

Il deputato democratico Alex Bores ha però rassicurato in merito, sostenendo fermamente che non esistono ragioni economiche valide per cui le aziende non dovrebbero continuare a offrire i loro servizi in New York. Di conseguenza, il rischio che l’intelligenza artificiale venga esclusa da questo importante mercato è considerato minimo.

Il futuro del controllo sull’intelligenza artificiale

La proposta del Raise Act pone il tema della regolamentazione dell’intelligenza artificiale al centro del dibattito politico e sociale negli Stati Uniti. Contrappone due visioni: da una parte, quella che punta a tutelare la sicurezza e i diritti di cittadini e consumatori attraverso norme precise e vincolanti; dall’altra, quella che sostiene la libertà di innovare senza restrizioni eccessive.

Di conseguenza, la strada verso un equilibrio tra questi due aspetti si presenta complessa e in continua evoluzione. Se il Raise Act diventerà legge, potrà segnare un importante precedente per il controllo degli sviluppi tecnologici più avanzati, con potenzialità di innalzare lo standard di sicurezza per l’intero settore.

Per tutte queste ragioni, è fondamentale seguire con attenzione l’evoluzione normativa e promuovere un dialogo costruttivo tra legislatori, aziende e società civile. Solo così si potrà garantire che il progresso dell’intelligenza artificiale sia una risorsa positiva e sicura per tutti.